Ogni anno la proposta estiva si compone anche della parte del racconto. Da alcuni neanche sfiorata, da altri avidamente attesa, da qualcuno forse un po’ temuta… come si fa a raccontare bene una storia? Non basta già il “filo rosso” offerto dalla narrazione biblica? E soprattutto: perché bisogna raccontare?
In sintesi, dobbiamo riconoscere che dentro il teatro è racchiusa una forma educativa fondamentale, sia per chi recita sia per chi osserva. 

Guardiamolo dalla parte di chi ascolta: il teatro diventa un’attività che trasmette dei contenuti divertendo e mantenendo un tasso di attenzione più alto di qualsiasi altro metodo di comunicazione; infatti, trasforma il palcoscenico in un mondo fantastico in cui gli attori diventano personaggi reali. Il messaggio che così passa non è limitato solamente alle parole, ma prende forma anche attraverso azioni, gesti e tutto ciò che circonda l’attore stesso. 

E se lo guardassimo dal punto di vista di chi recita? Così facendo capiremmo che l’esperienza si trasforma in un’attività educativa che permette agli attori di apprendere tecniche di comunicazione e di socializzazione e di raggiungere una maggiore consapevolezza del proprio corpo nello spazio.
I ragazzi, essendo parte integrante dell’attività, assimileranno il messaggio che si vuole trasmettere facendolo loro e dando ad esso una maggiore forza. 
Con il teatro, andiamo anche a sollecitare alcune capacità che vanno allenate, come ad esempio la distinzione tra bene e male, valori importanti e disvalori, e la nascita di un piccolo senso critico. 

Nella preparazione di uno spettacolo, possono essere coinvolti molti talenti diversi. Potremmo commissionare ai ragazzi con un senso artistico più spiccato le scenografie e i costumi, inserire momenti di canto e di ballo, addirittura chiedere loro di rielaborare il testo per rendere il tutto davvero a loro misura. 
Spesso, però, ci blocchiamo pensando che non riusciremo mai a mettere in scena uno spettacolo degno di tale nome, perché non abbiamo attori prodigiosi e le scenografie lasciano a desiderare. In questi casi, è bene ricordarsi che l’obiettivo non è solamente il risultato finale, che è pur sempre importante, ma il percorso per arrivarci! 

Quando decidiamo di organizzare un piccolo spettacolo dobbiamo tenere presenti alcuni punti dai quali non si può scappare.
  • Stiamo attuando un processo educativo: ogni fase è importante, ogni persona è importante. Se non diamo il giusto peso a tutto, rischiamo di perdere di vista il fine educativo dello spettacolo. 
  • Non abbiamo attori professionisti, ma attori! A volte, si rischia di esagerare con le pretese o di non averne affatto. Il gusto di recitare sta anche nel portare al limite le capacità e i talenti. L’impegno e il risultato devono gratificare chi si impegna.
  • Le scenografie non sono meno importanti del recitato, ma per immergersi in un racconto basta che i nostri sensi siano coinvolti: non serve avere fondali maestosi o alberi tridimensionali, bastano creatività e i giusti oggetti, a volte oggetti di riciclo, a volte creati appositamente. L’importante è dare dei punti fissi a chi osserva che rimandino all’ambientazione completa. 
  • I personaggi devono essere sempre caratterizzati: una battuta ricorrente, un difetto accentuato, uno stile nel vestirsi… Ad esempio, se il nostro protagonista è un piccolo scienziato tuttofare, dovrebbe essere caratterizzato da un camice, degli occhiali magari storti, un libro che non lascia mai, un oggetto o un vestito riconoscibile. Così facendo, se l’attore dovesse cambiare per vari motivi (ricordiamoci che stiamo sempre lavorando con i ragazzi!) il personaggio interpretato resterà sempre uguale nella mente del pubblico.
  • Prepariamo insieme a loro il più possibile: un testo studiato e modificato insieme ai ragazzi verrà interiorizzato da loro più velocemente e verrà trasmesso agli altri con più forza.
  • Divertiamoci! Il teatro permette di indossare personalità e caratteri che non c’entrano nulla con noi, di trovarsi in situazioni che non sono nella nostra quotidianità; questo fa riflettere i ragazzi sul ruolo che stanno ricoprendo e li porta ad analizzare una situazione camminandoci dentro, non solamente guardandola da fuori.

L’Oratorio estivo è un grande spazio per educare i ragazzi e spesso abbiamo tanto materiale su cui lavorare: non limitiamoci a leggere, diamo vita al nostro Oratorio davanti agli occhi dei bambini!

Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia, un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.
Victor Hugo

 
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