Sono due i personaggi che dominano la scena del logo: i fratelli Ruben e Rebecca. Saranno loro a farci rivivere il viaggio del popolo di Israele dall’Egitto fino alla Terra promessa. È il viaggio che ha donato la libertà agli Israeliti, ma è anche simbolo del cammino che ciascuno di noi è chiamato a percorrere nel corso della sua vita.

Ad accompagnare i due ragazzi l’inseparabile gatto Cleo, capace di offrire uno sguardo differente nei momenti di maggiore difficoltà.

Dei due amici spiccano in particolare i grossi occhi curiosi: proprio attraverso di essi rileggeremo l’esperienza dell’esodo così come ci è raccontata dalla Bibbia. Guarderemo le vicende dei grandi con lo sguardo dei piccoli, anch’essi coinvolti nel grande cammino. E scopriremo che saranno proprio loro – ormai cresciuti – a entrare nella Terra promessa, preclusa invece a tutti gli adulti usciti dall’Egitto.

Un grande rotolo della Scrittura, dove intravvediamo i primi versetti in ebraico del testo dell’Esodo, crea la base del disegno e rappresenta al tempo stesso il paradigma di ogni avventura umana. Ai suoi piedi il sottotitolo biblico di quest’anno, tratto dal Vangelo di Luca: «Si misero in viaggio». È l’inizio del viaggio di Gesù verso Gerusalemme, è l’inizio dell’avventura dei nostri ragazzi guidati dagli animatori nel tempo estivo.

Il cammino dell’esodo avviene in tante tappe, così come il nostro Oratorio estivo si snoda nelle diverse giornate che alla fine danno vita a un itinerario unico e affascinante, simbolo del nostro camminare nella vita. Proprio per significare questo, anche la grande freccia rossa, che attraversa il logo, è fatta da tanti segmenti con sfumature di colori differenti.
La freccia indica una direzione chiara, anche se non è definita la meta. Così è nella vita, dove ogni passaggio segna un arrivo che è al contempo una ripartenza. È proprio l’esperienza fatta da Israele: non faranno in tempo a mettere piede nella Terra promessa che subito ripartirà un’altra impresa, quella della conquista della Palestina.

Lo sfondo del logo ricorda gli ambienti attraversati nel cammino del popolo, tutti ambivalenti nel loro significato. Il profilo arancio delle piramidi ricorda l’Egitto, terra ricca e fertile ma non per Israele che vi ha conosciuto la schiavitù. Le spumeggianti acque azzurre richiamano il mar Rosso, potenziale termine del viaggio appena intrapreso dagli Ebrei che si è invece miracolosamente aperto su comando di Mosè. Lo sfondo giallo e ocra richiama il deserto, luogo inospitale e arido, ma che per quarant’anni è stato la casa del popolo. Alle spalle di Ruben si staglia il monte Sinai, aspro e minaccioso, dove però avviene l’incontro inedito di un Dio che parla “faccia a faccia” con un uomo, per donargli le Leggi con cui difendere la libertà conquistata. All’estrema destra il verde della Terra promessa è preceduto dalla striscia azzurra del fiume Giordano, ulteriore richiamo al fatto che il termine del viaggio è sempre dono di Dio e mai pura conquista dell’uomo.

Il disegno è attraversato dallo slogan della proposta estiva 2016: Perdiqua. Se chiara è la direzione, tutta da scoprire la meta. Che forse alla fine consisterà nel riconoscere che si è faticato tanto solo per accorgersi di chi avevamo accanto fin dal primo momento: quel Signore Gesù che si è messo in viaggio per annunciare a ciascuno di noi l’amore misericordioso di Dio Padre.

 
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