Dalla Palestina a Israele… dalla Cisgiordania allo Stato del Vaticano. Per di qua e per di là… camminando in lungo (nel Decumano) e in largo (nel Cardo) abbiamo attraversato il mondo in sei mesi. Sì, i sei mesi di Expo 2015 che hanno caratterizzato l’Esposizione Universale di Milano hanno cercato di cambiare il nostro modo di vivere e alimentarci. Ma quella grande rassegna espositiva e culturale che i padiglioni di Rho hanno ospitato ha tracciato un segno indelebile soprattutto nella nuova “generazione Expo”: i bambini e i ragazzi che con le scuole o con gli oratori hanno potuto visitarla ed esplorarla. Migliaia di ragazzi hanno viaggiato per davvero, non con la fantasia ma tra le culture che il nostro mondo racchiude. E così tra i sapori, gli odori, i colori e i sorrisi dei volti di persone provenienti da tutti gli Stati del mondo. Ogni padiglione, ogni Paese presente a Expo ha provato a interrogarsi e porci di fronte alla sfida Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Obiettivo era ed è cercare di trovare una risposta alla “fame” del mondo. Un modo di alimentarsi più sano, equilibrato, rispettoso dell’ambiente ma soprattutto per tutti.
Ma le sfide non sono terminate lo scorso fine ottobre, anzi. L’avventura e il nostro viaggio per il “cibo per tutti” prosegue. In famiglia, nelle nostre comunità, nei nostri oratori, nella vita di tutti i giorni. Sono loro, ragazzi e ragazze degli anni 2000 che possono e devono scegliere da che parte stare e che mondo volere. Riscoprire e dare valore a ciò che mangiamo è il primo passo per capire che uomini e donne saremo. Solo un’alimentazione corretta aiuta infatti a prevenire le malattie e a garantire un livello di salute soddisfacente per ognuno di noi. Come fare?
In primo luogo, la più grande eredità che Expo ci ha donato è il messaggio di evitare gli sprechi. Insegnare ai ragazzi a chiedere il “giusto”, solo ciò che effettivamente desiderano consumare, lasciando poi il tempo per un eventuale “bis”. Sapersi regolare, senza esagerare, è una prima forma di rispetto per sé stessi e per gli altri. Sarebbe poi consigliabile, in un’ottica di rispetto del Creato, insegnare anche allo “smistamento” di eventuali rifiuti: con la divisione della parte riciclabile da quella generica.
Ma una pratica concreta risiede anche nel fornire loro la scelta di un frutto come merenda, al posto di patatine, merendine confezionate o dolci ipercalorici. 
Ma ci sono poi anche alcune ricette divertenti che posso aiutare i ragazzi dei nostri oratori a imparare a valorizzare le eccedenze. Per insegnare che il cibo è importante e non va gettato nella spazzatura, se ancora buono, ed è possibile recuperarlo, con un po’ di fantasia.

1. La prima che presentiamo è la più semplice: il riutilizzo del pane avanzato per preparare gustose bruschette.
Tagliate il pane casereccio a fette spesse circa 1,5 cm e fatele tostare su entrambi i lati. Aggiungete alle fette di pane del pomodoro fresco e del basilico sminuzzato. Poco prima di servirle conditele con un pizzico di sale (e di pepe, per chi lo gradisce) e irroratele di buon olio di oliva. Le bruschette vanno servite calde.

2. Passiamo quindi ad un altro classico del riutilizzo: la torta salata!
Srotolate la pasta sfoglia e lasciatela riposare. Nel frattempo preparate la farcia. Tagliate le zucchine a rondelle spesse circa 3 mm, quindi fatele rosolare velocemente in una padella con pochissimo olio, fino a che saranno dorate. Con un mixer tritate il prosciutto cotto in maniera grossolana, trasferitelo in una ciotola capiente, aggiungetevi la ricotta, l’uovo intero, il parmigiano e mescolate energicamente, fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo; aggiustate di sale e pepe, aggiungete le zucchine, mescolate nuovamente e tenete da parte. Riprendete il disco di sfoglia, ponetelo con la carta forno in una tortiera di diametro di 24 cm, bucherellate il fondo con una forchetta, quindi rovesciatevi la farcia, distribuendola in maniera omogenea con l’aiuto del dorso di un cucchiaio. Con il tuorlo rimasto spennellate il bordo di sfoglia e infornate in forno preriscaldato a 180°C per 40 minuti. Servite tiepida.

3. Che ne dite poi di riutilizzare in modo semplice ma elegante la frutta avanzata? Basta comporre degli eleganti spiedini e il gioco è fatto. Vi basterà prendere melone, anguria, fragole, uva e pesche gialle. Infilzarle a dovere con uno spiedone di legno. Il consiglio è di irrorare sempre la frutta con del succo di limone.

4. Finiamo in bellezza, con un dolce tutto da gustare: il salame di cioccolato! Questo è un classico esempio di dolce dove si possono sfruttare i biscotti secchi avanzati.
Per preparare un salame di cioccolato perfetto cominciate a sbriciolare 250 g di biscotti in uno strofinaccio pulito e batterli con il batticarne per sbriciolarli grossolanamente. A parte mettete 100 g di burro a fondere.
In una ciotola sbattere due uova, che devono essere a temperatura ambiente, con una frusta, ed aggiungere 100 g di zucchero. Aggiungere il burro fuso. Mescolate finché il composto è liscio, morbido e senza grumi. Unire 100 g di cacao amaro in polvere e mescolare accuratamente con un cucchiaio di legno. Continuate a impastare finché il composto non diventa liscio e cremoso e, solo alla fine, aggiungete i biscotti spezzettati amalgamandoli con cura. Su un tavolo disponete un foglio di carta da forno e sopra versateci l’impasto del salame di cioccolato. Piegate la carta in modo da formare un rotolo cilindrico, dando la forma del salame, e arrotolate gli estremi, come si fa con le caramelle. Ora prendete un foglio di carta stagnola e avvolgetelo sopra al rotolo di cioccolato. Lasciate riposare in frigorifero per 5 ore (o in freezer per 2 ore) finché non si sarà rassodato e indurito. Una volta pronto, eliminate gli strati di carta, impiattatelo e spolveratelo con lo zucchero a velo. Portatelo in tavola e servitelo a fette, come se fosse un vero e proprio salame.
Ed ecco pronto un dolce che farà la gioia di grandi e piccini!

Vi abbiamo presentato qualche idea gustosa… l’importante è, con creatività, trasmettere ai più piccoli l’importanza del cibo, non scontato per ancora tantissime persone (795 milioni di persone soffrono ancora la fame) nel mondo, e insegnare a valorizzare le eccedenze. Ogni oratorio può così creare la propria ricetta del riuso, basta un po’ di volontà e ogni ragazzo può diventare un ottimo chef. Parola d’ordine: non sprecare!

 

 
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